Denver 2014, vol. 5: la follia al potere
Domenica 23 marzo, ore 7 del mattino.
Terrence Cronin, sessione nuova di zecca dedicata a Tatuaggi, Piercing ed altre decorazioni cutanee. Se dovessi sottotitolare la sessione scriverei” Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare“. Mi sono iscritta a questa sessione spinta dalla curiosità. Non solo professionale, ma anche un pò morbosa, devo ammetterlo.E ne sono uscita pienamente soddisfatta.
Tanto per cominciare ho scoperto il mondo dei tatuaggi: un mondo di adepti, mille miglia lontano dalla mia convinzione che il tatuaggio fosse solo un abbellimento esteriore. Al contrario, il tatuaggio è per molti un modo per comunicare: l’appartenenza ad un gruppo etnico o sociale, la fede politica e paradossalmente anche la malattia. Mi hanno molto colpita le immagini di un tatuaggio che contraddistingue i malati di AIDS.
E quando il tatuaggio non piace più e lo si vuole togliere? La nota terapeutica della sessione è racchiusa in questa frase: il metodo più efficace per evitare grane in seguito alla rimozione di un tatuaggio è non toglierlo.
Ovvero: pensateci a lungo prima di farne uno.
Soprattutto se si tratta di un tatuaggio colorato alla congiuntiva oculare!!! Pare che il paziente abbia pianto lacrime blu per una settimana!
Capitolo Piercing: a dir poco impressionante. Ho visto una carrellata di immagini incredibili, dai comuni piercing alla lingua e all’ombelico, alle immagini estreme di piercing genitali, sottocutanei ed oculari.
Sbalorditiva la diapositiva di un piercing con divaricatore al lobo dell’orecchio, così ampio da poter accoglier al suo interno un telefono cellulare!
Per non parlare della pratica, in rapida diffusione ed importata dalle popolazione della Papuasia, di inserire delle perle al di sotto della sottile cute del pene maschile, con il chiaro scopo di aumentare la sensibilità.
La sezione che più mi ha colpita è quella dedicata al branding: ferite cutanee autoprovocate allo scopo di indurre la formazione di un cheloide riproducente un disegno, un logo o una scritta.
Su questo argomento il Dott. Cronin è stato chiarissimo: dopo aver proiettato una carrellata di immagini raccapriccianti ha voluto sottolineare come chi si adorna di simili cicatrici abbia assolutamente bisogno di un supporto psichiatrico. Spesso l’approccio di queste persone al Dermatologo ha questo scopo preciso: è più facile chiedere aiuto allo Specialista della pelle piuttosto che ad uno Psicologo. Sta a noi Dermatologi capire quando dietro ad un disegno cutaneo si nasconde un problema molto più grave.
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